Il soggettista e sceneggiatore cinematografico Enzo Monteleone ha dichiarato che il primo impulso a scrivere qualcosa sugli Italiani durante la guerra in Grecia gli è venuto dalla lettura di un vecchio libro di Renzo Biasion: Sagapò. E’ da questo primo impulso che è nato il film Mediterraneo di Gabriele Salvatores, che, con Diego Abatantuono e altri, narra le vicende di soldati italiani tagliati fuori dall’Italia che sprofonda nella guerra civile, costretti nel limbo di un’isola greca. Anche la buona riuscita di questo film nel 1990 conferma l’assoluta irriducibile giovinezza del libro di Biasion: ancora un’altra generazione ha voluto far proprie le vicende di una generazione precedente.
Renzo Biasion è nato a Treviso il 30 maggio 1914 e ha fatto sempre il pittore o il critico o l’insegnante d’arte. Nel presentare Sagapò per la sua collana «I gettoni», Elio Vittorini scrisse nel 1953: «E’ ambientato nella Grecia del 1941-1943 e ha per protagonisti soldati, sergenti e ufficiali dell’esercito che era stato incaricato di “rompere le reni” al popolo greco. Ma non ci racconta che in via indiretta o comunque subordinata, di quel lo che essi facevano ai fini di un incarico simile. In via diretta ci racconta invece di come accadeva che essi si procurassero, di là dalla realtà artificiosa imposta loro, quel minimo di realtà naturale che sempre un soldato cerca di procurarsi per riuscire a essere ancora un uomo, e ad amare e soffrire umanamente, e avere fierezza d’uomo, umiltà d’uomo, illusioni d’uomo…» Sagapò, in greco, vuol dire ti amo.
Renzo Biasion dice di averlo scritto durante la prigionia in Germania, tra il 1943 e il 1945, solo perché gli mancava l’occorrente per dipingere. Una mancanza preziosa per la letteratura italiana.
Oreste del Buono
(Introduzione a Sagapò, Einaudi Tascabili)
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